NEWS FROM MAGONIA

: FUTURABILIA.

(ovvero - IPOTESI DI UN NUOVO TIPO DI SOCIETA' E DI ECONOMIA -)

Introduzione

"L’UOMO è l’essere più intelligente che esiste in natura. "

Questa è la definizione che abbiamo ideato noi uomini, per rendere conto, ‘noi a noi stessi', della particolarità che ci contraddistingue dagli altri esseri viventi con cui siamo a contatto. Ho coscientemente specificato "siamo a contatto" perché, se la teoria di Plotino è corretta, "noi non possiamo pensare ciò che non esiste, ma possiamo pensare solo ciò che esiste, anche se non la conosciamo concretamente." Un esemplo di tale teoria è dato dalla conoscenza che noi abbiamo dell'esistenza degli esseri sovrannaturali ed in particolare dell'Essere, che noi definiamo, assoluto, perfettissimo, infinito, e che chiamiamo DIO. Coloro che hanno sostenuto, in passato o nel presente, tale ipotesi, spesso sono stati chiamati Maghi. Tali Maghi hanno, però, costretto la civiltà Umana ad imboccare la strada dell'evoluzione.

Non ho intenzione, con questo breve studio, di addentrarmi nell’evoluzione spirituale e teologica perché tale analisi richiederebbe lunghe, complesse ed approfondite argomentazioni che necessitano di una profonda conoscenza dello strumento dialettico e delle metodologie filosofiche, che sono specifiche degli addetti ai lavori, di cui io non faccio parte. Basti, a chiarire il concetto, la difficoltà offerta dalla filosofia ermetica, o quanto prodotto dalla corrente filosofica dell’esoterismo.

Desiderando invece contribuire in altro modo all'evoluzione dell’umanità, proseguendo nel solco degli studi avanzati, che spesso sono considerati "Utopie

[ricordate gli atomi di Democrito? 0 l'eliocentrismo di Galileo?], partirò dall'analisi dell'evoluzione tecnologica umana per proporre una ipotesi socio - economica che, pur se attualmente può essere confinata nel mondo delle Utopie, in un lasso di tempo non molto lungo potrebbe essere presa in considerazione ed applicata da un sufficiente numero di eroi che, sperimentando il modello, potrebbero verificarne la fattibilità.

E' troppo utopico ed ambizioso sperare? "Ai posteri l'ardua sentenza."

 

Influenze delta tecnologia.

Per Tecnologia (dal greco) si intende: "lo studio scientifico dei problemi tecnici delle varie arti, scienze e professioni" o più comunemente è intesa come lo studio dei procedimenti atti a trasformare materie gregge in prodotti industriali.

La prima grande tecnologia umana si è manifestata con la lavorazione della pietra nel periodo "Neolitico".

Successivamente si è passati alla lavorazione dei metalli nella "età del Ferro", quindi alla produzione delle leghe durante "l'età del Bronzo".

Vi è stata, proseguendo molto rapidamente nel tempo, la grande rivoluzione industriale del settecento con l'invenzione della macchina a vapore, che consenti di superare la civiltà e l'industria agro - rurale. La successiva scoperta e l'uso dell'elettricità ci radicò nell'economia industriale.

Dopo il periodo dei lumi, nel XX° secolo, la tecnologia ha prodotto le macchine volanti, i missili, l'elettronica e la miniaturizzazione, portandoci verso una civiltà postindustriale o del terziario.

L'insieme di queste tecnologie e l'invenzione della matematica binaria, hanno consentito lo sviluppo dell'informatica dove, per Informatica, si intende la tecnologia che serve alla raccolta ed al trattamento dell'informazione e specificatamente all'elaborazione automatica dei dati.

Lo sviluppo dell'informatica ha consentito il passaggio dall'età del terziario a quella del terziario avanzato e sta per condurci verso una società telematica in cui, con il sistema nervoso costituito dalle reti informatiche, tipo "Internet" e le future reti satellitari, passeremo all'era interplanetaria e successivamente interstellare, per giungere ad una nuova società in cui l'Uomo ridiventa "INTELLIGENTE" e si pone al centro del suo Universo. Questo "NEOUMANESIMO" è a mio avviso alle porte. Ne danno conto le grandi innovazioni tecnologiche del XX° secolo.

La prima grande innovazione tecnologica è stata la realizzazione del "CHIP" e di tutti quei circuiti micrologici, necessari per il funzionamento dei primi calcolatori degli anni sessanta. Tutti ricorderanno il grande bum commerciale che ottennero negli anni settanta le calcolatrici tascabili, gli orologi elettronici giapponesi, le radioline portatili, oggetti che erano tutti dotati di microchip al silicio.

Nello stesso tempo si svilupparono a dismisura le tecniche digitali non solo nell'informatica, cioè nei calcolatori elettronici, ma anche nel campo delle telecomunicazioni, con i primi ponti radio di collegamento digitali e successivamente con i sistemi digitali di trasmissione e ricezione da satellite per i servizi di radiofonia, televisione e dati.

Una volta sviluppate le tecniche digitali, l'interazione e la successiva integrazione dell'informatica e delle telecomunicazioni è diventata una tecnologia matura, ormai sotto gli occhi di tutti.

Basti pensare alla versatilità dell'apparecchio televisivo che, mentre trasmette un programma radiotelevisivo, consente di interrogare la banca dati del "Teletext" che permette di accedere ad un gran numero di informazioni. E che dire dei 'cellulari' che oltre a consentire di telefonare a chiunque in qualsiasi parte del mondo, per ora, ma presto anche nel sistema solare, permettono di inviare messaggi, di ricevere informazioni, di interagire con banche dati e computer lontani, oltre a svolgere l’antica e sempre utile funzione di calcolatore tascabile.

L'insieme di tali tecnologie come hanno agito sul suo ideatore e sulla sua vita?

Questa è la domanda a cui occorre dare una risposta.

Il comportamento umano, nell'ambito delle relazioni interpersonali è cambiato a seguito dell'uso dei Personal Computer (PC). Si colloquia con gli altri via Email. Si sogna, si ama, si soffre stando seduti di fronte ad uno schermo a colori, fatto di cristalli liquidi, che diffonde della musica da due altoparlantini e che offre l'illusione di essere ovunque, in tempo reale, senza muoversi dalla sedia su cui si è seduti.

Con l'evolversi della tecnologia si disporrà di apparecchiature per i servizi più diversi, che si stanno concentrando in un unico apparato personale universale che consentirà di operare in multifunzioni, permettendo l'accesso ai più disparati servizi necessari all'uomo. Questa situazione ha cambiato anche il modo di fare le guerre. Non si procede alle avanzate sul territorio da occupare, usando truppe di terra che, con sanguinosi corpo a corpo, occupano fisicamente il terreno. il tipo di guerra moderna è a buon diritto definito guerra virtuale. Si opera, infatti, con aerei invisibili al radar, che neutralizzano le anni di offesa elettroniche dell'avversario, lo paralizzano interrompendo le vie di comunicazione ed il rifornimento di energia.

Anche nella politica degli armamenti non si segue più il motto latino 'si vis pacem para bellum' bensì si punta ad una riduzione degli armamenti ed una sempre crescente globalizzazione della produzione. Ecco la grande arma del futuro. L'ECONOMIA. Il mercato mondiale ha subito una grande svolta. La globalizzazione impone, nello stesso tempo, oltre all'allargamento dei mercati ed alla dilatazione del guadagni, anche il concetto di mutuo soccorso. Infatti pur essendosi verificati negli ultimi dieci anni più di un crac nelle borse, vedi quello di Wall Street del 95 o quello di Tokyo del 97, non si è verificato il crollo della borsa del 29 in America, con tutte le conseguenze socio - politiche che tale evento ebbe sul genere umano.

Non conviene a nessuno che la barca affondi quando si è tutti nella stessa barca. Ecco che le economie più forti aiutano quelle più deboli e se la tecnologia terrestre ha raggiunto la piena maturità ed il punto di saturazione del prodotto, invece di procedere alla distruzione selvaggia dei concorrenti per aumentare i mercati, si persegue una nuova economia di nicchia, di restauro, di conservazione e di rinnovamento, che consente il mantenimento di vecchie tecnologie e lo sviluppo di nuove. Si punta verso il fuori, verso la ricerca spaziale onde consentire la creazione di nuove tecnologie.

Questo studio tenta di dare una risposta di tipo socio - economico che potrebbe essere attuato in tempi brevi.

 

Analisi storica

Le conoscenze attuali permettono di affermare che la creazione dell'universo, delle

stelle e dei pianeti ha obbedito ad una legge universale.

Tale affermazione discende anche dalle considerazioni di E. Kant che, nella sua "Critica della ragion pura" afferma: <<Ma proprio in ciò consiste l'esperimento d'una controprova della verità del risultato di questo primo apprezzamento della nostra conoscenza a priori della ragione: che essa giunge solo fino ai fenomeni, mentre lascia che la cosa in sé sia bensì per se stessa reale, ma sconosciuta a noi.>> Questa esistenza in sé del reale, in alcuni momenti, viene forzata dall'uomo e resa inconciliabile con il sistema naturale locale. E' allora che il reale viene costretto ad inglobare le variazioni locali in un sistema naturale più generale.

Dalle indagini archeologiche ed antropologiche si scopre che l'apparizione dei primi ominidi sulla terra non perturbò il sistema generale di comportamento biologico e fisico dell'ambiente, in quanto il comportamento sociale di questi esseri si integrava perfettamente con quello di tutti gli altri esseri viventi e con le risorse biologiche naturali esistenti sulla Terra. Successivamente l'evoluzione della società dell'homo sapiens da cacciatrice - raccoglitrice, e quindi nomade, in agricola - tecnologica, quindi stanziale, introduce una prima grossa perturbazione nel sistema biofisico della terra. Il comportamento umano introduce una serie di varianti alle caratteristiche, ai parametri ed alle condizioni locali, che l'uomo applicò nel corso della sua storia, perché davano esiti positivi contingenti, e che si basano principalmente su principi economici e tecnologici di manipolazione delle risorse fisiche e biologiche d pianeta nell'interesse della specie che li adotta, non tenendo conto di una eventuale forzatura nel funzionamento delle leggi naturali locali, che, essendo universali e rigidamente legate, reagiscono compensando in ambito super - locale le distorsioni introdotte dall'uomo.

Nell'analizzare le tecnologie create dall'uomo si evidenzia che l'obiettivo primario, cui queste nuove e più avanzate tecnologie puntano, sia quello di ottenere un miglioramento della vita biofisica. A tal fine il primo imperativo seguito è quello di affrancare l'uomo dal lavoro manuale e fisico.

I principi morali non vengono in questa analisi presi in considerazione prima di tutto perché la loro validità universale non sembra essere stata rivista, pur se ha avuto storture sociali importanti, ma sempre riconosciute come tali e quindi condannate, e poi perché forse, quando si avrà lo sganciamento dell'uomo dalle necessita primarie a quel punto potranno essere tenute nella debita considerazione e probabilmente rianalizzate o modificate.

Analisi bio-fisica-sociologica.

La creazione di mezzi fisici idonei a sostituirsi all'uomo nel raggiungere l'obiettivo dell'alimentazione, della locomozione e della protezione da azioni aggressive estreme, ha prodotto un consumo di energia che, generando lavoro, deve rispettare nel contempo una legge fisica importante quella della conservazione dell'energia.

Il mantenimento dell'energia ha portato come conseguenza che parte di questa energia è stata utilizzata dall'uomo, ma la restante parte è intervenuta sull'ambiente cambiando le condizioni locali del sistema fisico - biologico. La creazione di riserve di beni, tali da affrancare la vita quotidiana dagli imprevisti o dai periodi negativi, che si concretizzavano nell'immaginario collettivo nei famosi cicli settennali di opulenza e carestia, agisce sulla fertilità della terra impoverendola e rendendola incapace di produrre lo stesso ammontare di beni e quindi di risorse nel tempo. Il passo successive è stato quello di accrescere la disponibilità di beni e risorse di alcuni gruppi a svantaggio di altri creando in tal modo situazioni di sfruttamento di alcuni gruppi umani su altri gruppi umani o di altre specie. Questa variazione della legge della disponibilità dei beni ha portato alla nascita della competizione razziale.

L'avvento della tecnologia informatica ed il miglioramento delle conoscenze nel campo della robotica, hanno dato inizio ad una rivoluzione socio culturale che non è apparsa in tutta la sua potenza eversiva se non quando ormai talune conoscenze e determinate utilizzazioni erano tali da rendere impossibile arginare tale progresso in questo dominio delle conoscenze. Il passo definitivo e risolutore, che ha introdotto il totale cambiamento epocale nel comportamento e nella filosofia di vita del genere umano, è stato l'introduzione della tecnologia informatica nel campo delle telecomunicazioni. Il risultato conseguito si è concretizzato in due grandi rivoluzioni. La prima è consistita nell'abbattimento delle barriere della privacy e la nascita delle case di vetro che difficilmente consentono l'occultamento delle informazioni (vedi Intemet) la seconda si è concretizzata nella convergenza dei nuovi servizi e nella nascita di un servizio globale che contiene e comprende tutte le necessità umane siano esse di tipo materiale o di tipo conoscitivo. Nel contempo, per il principio di conservazione dell'energia, è scoppiata la diffusione di virus delle informazioni e la perdita dei punti di riferimento.

E' nata la prima serie di robot che producono quanto necessario all'uomo per il sostentamento la locomozione e l'eliminazione delle barriere fisiche. Accanto ad essi sono nati tutti i supporti, necessari a soddisfare le necessita ludiche sia fisiche che psicologiche per giungere a mettere a disposizione dell'uomo quanto necessario per approfondire, migliorare ed accrescere le conoscenze nel o nei campi di maggiore interesse per l'uomo.

La biblioteca di Alessandria è a portata di mano, o sarebbe più opportuno dire di dito, sullo schermo del nostro computer.

Questa grande rivoluzione purtroppo non ha tenuto conto, nella misura dovuta, della creazione di prodotti, che dal punto di vista umano sono considerati scorie, ma che obbediscono alla grande legge della conservazione dell'energia. La produzione di sostanze, per noi inquinanti, è aumentata in maniera tale da costringerci a prendere coscienza del problema dell'ecosistema e della sua salvaguardia. Qualsiasi nuovo passo in avanti deve quindi tenere conto dell'ambiente e dell'impatto di qualsiasi nuovo prodotto o servizio sui sistemi esistenti.

Come risolvere il problema? Forse escogitando un nuovo modo di operare.

 

 

Nuovo modo di operare.

Una via d'uscita è data dall'applicazione controllata della legge che impone che: qualsiasi nuovo prodotto tecnologico deve essere inserito in un "ciclo locale completo".

Che cosa si intende per "CICLO LOCALE COMPLETO".

La definizione è ben nota in fisica ed in natura.

Affinché non vi sia produzione di scorie per noi, o di aumento dell'entropia, occorre che un prodotto non sia guardato singolarmente, ma sia integrato in una catena di prodotti il cui prodotto finale coincide con il prodotto di partenza.

Si crea in tal modo un ciclo virtuoso che, soddisfacendo alla legge di Lavoisier secondo cui "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma", consente di mettere a disposizione del genere umano i prodotti a lui necessari introducendo piccole perturbazioni locali, in cui tali prodotti sono inseriti, senza perturbare l'ambiente globale.

Il susseguirsi delle stagioni, il continuo succedersi di nascite e di morti sono alcuni dei cicli locali completi che conosciamo molto bene e che definiamo in modo generico come "cicli naturali". Per consentire che l'intervento umano non alteri gli equilibri locali in modo pericoloso per la stessa sopravvivenza del genere umano, occorre che qualsiasi intervento, sia esso di tipo tecnologico o biologico umano, faccia sempre parte di un ciclo naturale che consente di non alterare gli equilibri globali esistenti e mantenga un bilancio energetico totale nullo.

Questo nuovo metodo di procedere deve essere tenuto presente in maniera sempre più importante e decisiva a livello di ricerca e di produzione se vogliamo intervenire armonicamente nel sistema biofisico in cui ci troviamo, senza compromettere o alterare ulteriormente l'equilibrio attuale.

Dovranno quindi essere fatti studi non solo sulla realizzazione di un solo prodotto, ma occorrerà vedere l'impatto che tale prodotto crea all'ambiente e progettarlo in maniera tale che la sua produzione venga inserita in un ciclo naturale.

In questo processo deve essere compreso anche il ciclo culturale che oltre a prevedere l'apprendimento dei discenti deve anche includere il periodo di docenza degli specialisti in una tipica alternanza ciclica.

La sfida del terzo millennio è proprio questa. Dal grado di soluzione che daremo a questo problema dipenderà la nostra sopravvivenza armonica ed eterna in questo universo, come lo conosciamo. Il prezzo da pagare, se non si procede in tal senso è il mutamento dell'ambiente e di conseguenza il nostro adattamento al nuovo ambiente. Se tale adattamento non avviene, siamo destinati ad estinguerci.

Ovviamente questa revisione tecnologica porta con sé una revisione globale sia dei cicli produttivi sia di quelli distributivi. In altre parole occorre rivedere tutto il mercato del lavoro, ma contemporaneamente occorre ristudiare l'intera scienza economica e di conseguenza l'impatto sociale che tale rivoluzione comporterebbe.

Pur non essendo esperto in tutte queste discipline, ritengo opportuno che si apra una discussione sull'argomento. A tal fine propongo alcune teorie che possono essere approfondite ed analizzate in modo più puntuale e soddisfacente dagli esperti di settore.

Ciò che mi accingo ad esporre in questa nuova visione dell'economia mondiale è soltanto un metodo teorico che potrebbe essere applicato sotto certe condizioni, a livello planetario, per risolvere il problema che l'umanità si trova ad affrontare a questo punto della sua evoluzione socio - tecnologica.

 

 

Ipotesi Socioeconomica

Prima di esporre l'ipotesi di lavoro analizziamo lo scenario attuale dei mezzi di cui

disponiamo o di cui potremo in un tempo relativamente breve entrare in possesso.

A questo punto disponiamo dello scenario completo per la nuova proposta economica mondiale e quindi di lavoro. Occorre soltanto armonizzare in tutto il mondo, a livello locale e secondo una distribuzione a celle, officine attrezzate, robotizzate e multifunzionali, in grado di produrre qualsiasi tipo di prodotto venga richiesto o progettato, da qualsiasi punto del mondo. Queste officine devono essere integrate in una rete di trasporti che consentano di spedire il prodotto ovunque venga richiesto, in tempo reale.

Quale quindi la ipotesi economico sociale che ne scaturisce?

Ogni uomo, che desideri un prodotto, e/o ne abbia nel contempo diritto in base al livello della sua qualità di vita maturata con il suo lavoro, ne fa richiesta ad una banca dati mondiale, accessibile da qualsiasi parte del mondo. Ogni esperto, in grado di realizzare il prodotto mediante la gestione di robot programmabili a distanza via Internet, può impegnare il suo tempo per realizzare il prodotto richiesto, ricevendone in cambio un "numero di bit" commisurato ad un insieme di possibilità di consumo suddiviso secondo livelli di "qualità di vita".

 

[Esempio:

Consideriamo un esperto in progettazione e realizzazione di cinte in pelle per pantaloni.

1° passo- Accede ad un terminate elettronico interconnesso per telelavoro.

2° " - Abilita il terminate e cerca nella banca dati mondiale se vi sono richieste di cinte, di che tipo, e dove.

3° " - Si collega con la fabbrica robotizzata di produzione di pelletterie, la più

vicina al luogo dove è richiesta la cinta.

4° " - Comunica alla banca dati la sua disponibilità ad operare offrendo una prestazione di lavoro e specificando il tipo di lavoro (effettua cioè una specie di prenotazione).

5° " - Ottenuta la conferma ad operare, agisce con il telelavoro, su una delle macchine dell'officina distante, realizzando l'oggetto ed innescando un ciclo naturale.

6° " - Alla fine dell'intervento, chiude la sessione memorizzando il ciclo prodotto, ottenendo nel suo indirizzo elettronico una serie di bit che, aggiunti agli esistenti, variano il QDV commisurandolo alla somma delle sue prestazioni effettuate fino a quel momento. ]

Ma che cosa si intende per qualità di vita (QDV).

Con questi termini intendo catalogare un valore, o meglio un ammontare di azioni pregresse, che corrisponde alla possibilità di accedere ad un certo numero di prodotti o di servizi ritenuti necessari dall'individuo, i cui livelli sono commisurati all'ammontare di bit da lui accumulate e cioè all'ammontare di lavoro da lui effettuato.

Per intenderci un livello di QD V è un bouquet di necessità base costituito da:

mangiare; ricoverarsi; curarsi; studiare; vestirsi; viaggiare; divertirsi.

Questo livello e questa combinazione possono essere variati secondo l'accumulo di bit che ciascuno intende fare tramite il suo lavoro. La QDV è personale e quindi non può essere ceduta. Il livello di QDV non obbliga a vivere al livello acquisito, ma rappresenta il livello che non si può superare.

Ovviamente la comunità umana, per il principio di solidarietà e di altruismo, deve farsi carico della QD V minima di ciascun essere umano incapace di operare, e del ciclo culturale di base per cui deve comunque essere richiesta la prestazione minima possibile, compatibile con le capacita e le limitazioni dell'individuo. Tale scelta non deve consentire il parassitismo altrimenti il sistema potrebbe incepparsi e fungere da peso e limitazione di tutta l'umanità. Vanno studiati i mezzi impositivi idonei.

La comunità umana deve anche farsi carico della QD V minima dei ragazzi sani per i primi trent'anni della loro vita, tempo in cui l'essere umano, che vuole elevare il livello della sua QD V, ha bisogno dell'aiuto sociale per poter vivere. L'unico obbligo richiesto in questo periodo dalla comunità al soggetto è lo studio, che deve avere esiti positivi. Se al contrario un individuo desidera accedere al mercato della produzione di beni, perché non sente la necessita di studiare o desidera operare attivamente nel processo produttivo, sarà libero di farlo dando il suo contributo commisurato alle sue capacità realizzative, progettuali e produttive, ottenendo un cambiamento di livello della sua QD V solo dopo aver effettuato un periodo minimo di istruzione che gli consenta di armonizzarsi con la società in cui vive ed opera.

Questo nuovo modo di produrre non richiede più risorse economiche depositate in banche in quanto l'umanità deve mettere a disposizione di tutti gli strumenti di base per la produzione di beni e di servizi. Si annulla in tal modo la speculazione sul capitali. Il lavoro diventa di tipo volitivo, legato alle condizioni minime di sopravvivenza ed alle esigenze personali, non richiede più la contrattazione sindacale, nè la sopraffazione di un gruppo su di un altro.

La precondizione necessaria per questo nuovo tipo di economia è che vengano messe a disposizione di tutti gli esseri umani le risorse terrestri, che sono di proprietà di tutti gli esseri viventi, ed a maggior ragione di tutti gli esseri umani.

Con tale nuovo assetto produttivo, fattibile automaticamente da qualsiasi parte del mondo in qualsiasi parte del mondo, si realizza quanto e cosa necessario in quel momento nel mercato globale, senza sovrapproduzioni. Inoltre la produzione a cicli naturali consente di rigenerare le risorse senza alterare le disponibilità terrestri. Un ulteriore risultato che si consegue è l'eliminazione delle tensioni sociali, razziali ed economiche.

Ognuno potrebbe produrre ciò che desidera, lavorare quanto è necessario per il soddisfacimento delle sue esigenze personali, senza dover soggiacere ad imposizioni che non siano le proprie. Evitare lo sfruttamento e lo spreco di risorse, dedicarsi ad un tipo di vita più elevato ed altruista.

Una tale ipotesi, che ad alcuni può sembrare utopia, richiede ovviamente che vi siano:

- l'accettazione del principio di uguaglianza e di non sfruttamento degli esseri umani e di tutti gli esseri viventi;

- la messa a disposizione di tutti delle scoperte dei singoli o di nuove tecnologie;

- l'accesso universale alle conoscenze disponibili al momento;

- la definizione delle esigenze umane di base;

- la standardizzazione dei tipi di lavori;

- la fissazione dei tempi e dei modi di operare.

- la definizione del QDV di ciascuna prestazione lavorativa;

- la produzione minima di base dei beni di prima necessità, da parte di tutti;

Le condizioni di partenza ci sono, occorre un salto di qualità intellettuale. Molti punti vanno maggiormente definiti ed affinati, ma ciò che serve ora è avere un obiettivo nuovo da raggiungere. Se riusciremo a lanciare il cuore oltre l'ostacolo ed andare a raggiungerlo avremo vinto la sfida.

La discussione è aperta. Pensiamoci TUTTI.

 

 

A.Magenta Aprile 1999


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