PTERIGIO: il "marchio" dei rapiti ?
Lo pterigio (dal greco
pterugion = piccola ala dinsetto) è un processo degenerativo e iperplastico della congiuntiva, caratterizzato da una duplicatura della congiuntiva bulbare che si estende sulla cornea. Il suo nome deriva dallaspetto "ad ala dinsetto" con il quale si presenta. Colpisce generalmente soggetti adulti ed è più frequente nelle zone calde ed assolate, riscontrandosi in maggior parte fra i 37° di latitudine, a nord e a sud dellequatore. Nella sua patogenesi sembra assumere importanza, oltre allereditarietà, il tipo di attività condotta dai soggetti che ne sono portatori. Pare infatti avere una maggiore incidenza negli individui sottoposti per lunghi periodi di tempo allazione diretta degli agenti atmosferici, in particolar modo a quella dei raggi U.V. della radiazione solare ed allossigeno dellaria. Per questo motivo viene anche indicata come la << malattia dei marinai e degli alpinisti >>.Allinsorgere della sintomatologia, lo pterigio (posizionato nella fessura interpalpebrale, per lo più dal lato nasale) appare macroscopicamente come un "velo" congiuntivale di forma triangolare (vedi figura 1) che si estende orizzontalmente sulla cornea. A volte può essere asintomatico, poco esteso e non avere carattere progressivo; ma spesso, anche se lentamente, tende a progredire in senso centripeto fino ad invadere il campo pupillare, causando (oltre al danno estetico) astigmatismo, diplopia ed annebbiamento del campo visivo.
Fig. 1 Forma classica dello pterigio
La terapia, quasi esclusivamente chirurgica, si rende necessaria quando lo pterigio abbia la tendenza alla progressione, determinando la compromissione estetica e/o funzionale. Le recidive, comunque, sono particolarmente frequenti, per cui è consigliata in fase post-operatoria lapplicazione di radiazioni con stronzio-90 (
@ 1350 mrem / seduta).Fin qui recita la scienza medica. Ma che centra tutto questo con lufologia e le "abductions" in particolare ?
Procediamo con ordine.
La casistica degli incontri ravvicinati del 3° tipo (molti dei quali, ad onor del vero, si tramutano nel 4° tipo, in base al racconto degli eventi che scaturisce dalla regressione ipnotica cui vengono sottoposti i testimoni) abbonda, fin dagli albori della "moderna" ufologia, di un particolare costantemente presente in concomitanza allavvistamento di presunti veicoli alieni: la cosiddetta
<< luce solida >> o << luce coerente >>.
Per chi non avesse troppa dimestichezza con largomento, riportiamo a titolo informativo (dal "Dizionario di Ufologia", di F.Ossola) la seguente definizione: << Un aspetto da collegare intimamente al problema della luminosità (intesa in senso lato) legata al fenomeno UFO è, senza dubbio, quello della "luce solida". Si tratta di "raggi di luce" sprigionati direttamente dagli UFO e caratterizzati da una singolare peculiarità: la capacità di allungarsi ed accorciarsi a piacere, terminando in modo netto e tronco; del tutto simili, in sostanza, ad "antenne retrattili", che restano coerenti per tutta la loro lunghezza, sia essa più o meno estesa. Rettilinei o curvilinei, presentano uno spessore vario e sono in genere molto brillanti, tanto che sovente locchio umano non resiste ad una lunga osservazione. Allapparenza sembrano palpabili e concreti, ma in realtà risultano comportarsi come la luce "tradizionale", senza cioè indurre effetti "meccanici" in chi ne viene investito. Di fronte ad un ostacolo, sembrano in grado di "penetrarlo", comparendo dallaltra parte, come se si "troncassero" e, una volta superatolo a livello molecolare, si ricostituissero al di là di esso. Si tratta dun vero e proprio "mistero della fisica ottica", ancora assai lontano dallessere correttamente interpretato alla luce della nostra scienza e delle tecnologie attuali. Le ipotesi proposte a spiegazione del fenomeno, infatti, non esistono o si limitano ad assimilare la "luce solida" al raggio laser, sebbene questultimo non possieda le medesime proprietà, se non in minima parte. Lenigma della "luce solida", osservato a più riprese, è stato sempre sottovalutato (se non addirittura ignorato dalla Scienza "ufficiale", secondo il "dogma": non può essere, quindi non è ) e soltanto a partire dalla metà degli anni 60 si è iniziato a prenderlo in seria considerazione >>.
Ma ad un attento osservatore della casistica ufologica (non necessariamente relativa allultimo ventennio, potenzialmente "inquinato" dalle influenze mediatiche di "Bagliori nel buio", "Intruders" e "X-Files") non può sfuggire un particolare ricorrente nella stragrande maggioranza dei casi di I.R. di 3°/4° tipo: il colore della "luce solida", quasi sempre bianco-azzurra e, pertanto, a indiscutibile componente ultravioletta.
A dimostrazione di quanto affermato ci limiteremo a riportare, per brevità, due casi francesi della seconda metà degli anni 60.
Ci fermiamo qui, per questioni di spazio; ma potremmo continuare a lungo coi resoconti testimoniali degli IR3 segnalati a cavallo degli anni 60 e 70, che assumono tanto più valore se si considera che, a quellepoca, la casistica ufologica non era ancora "inflazionata" dai casi di presunti rapimenti, che si sono via via accumulati a partire dagli anni 80. Vale la pena ricordare, a questo proposito, che sia gli involontari protagonisti degli IR4 che gli occasionali osservatori esterni concordano nel riferire il particolare del
"raggio traente di luce azzurra", che immobilizzerebbe la persona da prelevare (inducendola in uno stato di "animazione sospesa") e la condurrebbe allinterno del velivolo alieno. Notissimo è lepisodio occorso a Linda Napolitano (New York, 30/11/1989) e indagato da Budd Hopkins. In ogni caso, a detta dei testimoni (per la maggior parte attendibili), sia in occasione degli IR3 che durante le "abductions" un ruolo determinante sembra proprio essere sostenuto dalla luce solida, quasi sempre compresa fra i 158 e i 4.000 Å : nella banda, quindi, dellultravioletto.Vediamo ora di riassumere.
LOftalmologia ci insegna che:
radiazione ultravioletta = danni potenziali alla funzione visiva (corioretinite attinica), tanto più reversibili quanto minore è stato il tempo di esposizione alla sorgente luminosa. Al contrario, se lesposizione (per motivi di lavoro, i marinai, o di hobby, gli alpinisti) si prolunga per molto tempo durante tutto larco dellanno o addirittura per tutta la vita (per chi abita nei paesi tropicali), il soggetto può andare incontro a patologie ben più gravi (lo pterigio), anche se in questultimo caso non va trascurata la familiarità. A questo punto lipotesi di lavoro è questa: data una persona in cui, a distanza dei cinque anni "canonici" dal presunto rapimento, comincia lentamente a riaffiorare il ricordo di eventi psicologicamente traumatici, legati a ripetuti episodi di abductions, unitamente ad esperienze oniriche ricorrenti del medesimo tenore, per di più affetta da pterigio recidivante, può essere invocata (ancorché in mancanza di assistenza a livello psicoterapeutico, mediante ipnosi regressiva) la componente della radiazione ultravioletta come causa scatenante della patologia a suo carico ?Pur non essendo ancora stata accertata la corrispondenza tra
fascio di luce blu e radiazione ultravioletta (e di conseguenza corioretinite attinica) in occasione dei fenomeni di abductions ed anche se in proposito manca unadeguata statistica nella letteratura ufologica, è interessante ricordare che lautrice americana Karla Turner, nel suo lavoro << Rapite dagli UFO >>, in cui esamina a fondo otto casi di presunti rapimenti a carico di altrettante donne, riporta nel quadro "Effetti sul corpo" lirritazione agli occhi (non meglio definita) presente nel 50% dei casi, vale a dire in quattro testimoni sul totale; mentre le voci "Luci di natura sconosciuta", sia allinterno che allesterno dellabitazione, ricorrono tra l87,5 ed il 100%.
Parlavamo di familiarità: indubbiamente lo pterigio può (anche se non necessariamente) manifestarsi come espressione ereditaria. In effetti, nel caso che attualmente stiamo seguendo, la madre di Nicoletta (nome fittizio della presunta "addotta") presenta la stessa patologia della figlia, anche se in tono decisamente minore (se non addirittura trascurabile), tanto da non avere bisogno di sottoporsi ad alcun intervento chirurgico, come invece è purtroppo successo a Nicoletta (e probabilmente si ripeterà). Tuttavia né il fratello né la sorella, immuni da incontri del 3°/4° tipo, lamentano alcunché di patologico a livello oculare, men che meno lo pterigio: questo potrebbe voler significare che il gene codificante per la malattia in oggetto quasi sicuramente non è dominante (ma recessivo) e che la manifestazione della patologia (fenotipo) non risulterebbe legata al sesso (femminile), anche se nella letteratura medica, finora, non si trova purtroppo riscontro a queste supposizioni. La chiave di lettura di tutta la vicenda, allora, potrebbe essere la seguente: lesposizione ripetuta alla radiazione ultravioletta (che potrebbe verificarsi nel fenomeno dei "repeater") o la permanenza prolungata in ambiente saturo di "luce" della stessa lunghezza donda (se si volesse considerare non utopistica la teoria secondo cui, nellaltra "dimensione", uno dei nostri minuti corrisponderebbe ad otto ore, in base al calcolo della "sfasatura temporale" ricavata dal racconto degli addotti; cfr. il caso del Caporale Valdès: Cile, 25/04/1977) potrebbe aver bruscamente innescato, in un soggetto geneticamente predisposto come Nicoletta, laccelerazione di quel processo degenerativo che, in assenza della stimolazione indotta dallesterno, avrebbe avuto forse buone probabilità di rimanere allo stato latente.
Ci dispiace di non poter essere maggiormente esplicativi, ma, di fronte ad un presunto caso di "abduction" così complesso e ancor pieno di interrogativi, non ce la sentiamo proprio di sbilanciarci oltremodo, specie nel momento iniziale dellindagine che stiamo conducendo.
Per verificare lattendibilità o meno delle nostre intuizioni, occorrerà procedere con un protocollo di assistenza psicoterapeutica, fondato sulla tecnica ben consolidata dellipnosi regressiva. Questo perché, in ogni caso, il presunto addotto avverte sempre maggiore limperativo categorico di "sapere" ciò che gli è successo: e, dallaltra parte, noi dovremmo essere in grado di fornirgli una risposta, qualunque essa sia, purché attendibile
GIORGIO PATTERA
BIBLIOGRAFIA
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